Tre sono i punti cardini di questo film - Amore, Tempo e Morte - le forze motrici dell'esistenza umana.…Desideriamo l’amore, vorremmo avere più tempo e temiamo la morte !
Questi tre concetti ci aiuteranno a capire come riprendere in mano la propria vita e godere della sua bellezza.
Imparare ad apprezzare la bellezza di ciò che ci circonda anche nei momenti di difficoltà è un traguardo raggiungibile solo con la consapevolezza di ciò che siamo e che abbiamo vissuto. Ci sono momenti in cui apprezzare il positivo delle cose non è un'impresa facile. Tante volte si vorrebbe chiudere in faccia la porta alla vita per rimanere nel proprio dolore e nella propria sofferenza, con il rischio che in pochissimo tempo venga distrutto tutto ciò che si è costruito nel corso della vita. È un'immagine forte che rende veramente chiaro cosa accade nella psiche di una persona quando intorno a lui si blocca il tempo, quando tutto si ferma nell'istante in cui si è perso ciò di più caro al mondo e non si riesce più ad andare avanti, quando in quei momenti traumatici e devastanti che una persona possa vivere dal punto di vista emotivo, crollano tutte le certezze in un attimo.
In tutto questo dolore, come si può trovare un senso e vedere la bellezza collaterale anche nella morte?
Un film che fa riflettere sul senso dei nostri giorni, sui limiti dell'essere umano che ha il vizio di riconoscere le sue priorità solo nei momenti di dolore e di sofferenza, che capisce l'importanza dell'amore solo quando non lo ha più. Solo quando non abbiamo più tempo ci accorgiamo di quanto invece il Tempo sia importante. Il tempo scorre inesorabile, quando stiamo bene sembra che voli e quando stiamo male sembra non passi più. Lo scorrere del tempo è dato dalla nostra percezione, siamo noi a gestirlo e a decidere cosa farne della nostra vita.
L'Amore, invece, lo veneriamo quando siamo felici e lo malediamo quando siamo tristi. L'Amore è l'energia più forte che esiste ed è in ogni cosa, smuove le persone e riesce a sbloccare ingranaggi arrugginiti da anni. Non si può rinunciare ai sentimenti perché senza amore la vita perde il suo senso.
E alla fine, quando perdiamo qualcuno, ce la prendiamo con la Morte, ci arrabbiamo perché ha portato via una parte di noi o perché ha deciso di venire a bussare alla nostra porta. Siamo enormemente ed incredibilmente spaventati dalla Morte; davanti a lei reagiamo nei modi più strani, perché siamo accecati dalla paura. Ci chiudiamo in noi stessi senza capire l'importanza della condivisione e degli affetti, soprattutto nei momenti di dolore. Ci affatichiamo a cercare risposte, leggiamo libri, ci affidiamo alla fede, cerchiamo disperatamente un senso a ciò che è accaduto.
Che le tragedie inducano a riflettere e a ridimensionare la propria vita, non è certo una novità e non accade solo nei film.
A volte la vita ti spiazza anche nella realtà. E quando questo succede, è inevitabile il cambiamento. Prima o poi soffrire per la morte di qualcuno e pensare che non vorresti mai più sentire il dolore che provi in quel momento diventa un aspetto inevitabile.
E può succederti di uscire dall’ ospedale e annullare completamente ogni stupido problema che ti affligge una volta che hai visto con chiarezza quale sia la reale sofferenza. E’ in quei momenti che riesci a vedere chiaramente la differenza tra i problemi che tu vuoi vedere ogni giorno e quelli che ti colpiscono alle spalle senza un motivo o un perché.
Svegliarti presto al mattino per preparare un esame non rappresenta più un problema, ma diventa una corsa verso un tuo obbiettivo.
Il fidanzato che ti ha lasciato per un'altra non diventa più un problema su cui soffermarsi ma un semplice e banale incidente di percorso.
Fare un lavoro che non ti piace ma lo fai per sopravvivere può assumere il significato del "Non mi lamento" o "Ci sono problemi peggiori."
Questo non perché sia una frase di circostanza, ma perché veramente esistono problemi peggiori. Solo che non te ne rendi conto fino a quando non li vedi.
Nulla di tutto questo ha più il benché minimo valore di fronte al valore della vita e della morte. Per tutti questi problemi c'è una soluzione, laddove per la malattia non sempre c'è e, per la morte neppure.
A quel punto il futuro diventa presente: tutti i "Lo faccio dopo" diventano "Adesso", e tutta la rabbia che provavi per quella persona che ti aveva ferito, diventa perdono…..Forse abbiamo bisogno che le tragedie ci piombino addosso per vedere la realtà come davvero è, senza alcun filtro: cruda, veloce, spietata ma allo stesso tempo magnifica.
Forse solo queste situazioni sanno tirare fuori il meglio di noi, facendoci agire per il bene di qualcun altro, facendoci sorridere quando anche quella persona sorride, soprattutto se sei tu ad aver scatenato quel sorriso.
Perché…. quando fai qualcosa di grande per una persona che ne ha bisogno, quel momento rimane impresso nella tua mente per tutta la vita.
Ma cos’è esattamente la bellezza collaterale?
Semplicemente pare che nonostante tutto, anche nella sofferenza, nella disgrazia, nel dolore, si possa comunque raccogliere bellezza! Questo vorrebbe dire quindi che tutto, buio e luce, odio e amore, rabbia e gioia, tutto sia connesso. Tutto ciò che accade nella vita di ognuno di noi non è in toto solo bello o solo brutto, solo positivo o solo negativo. Il film parla chiaro ai suoi spettatori: siamo parte di un mondo in cui tutto è collegato, nel quale capitano le cose più strane, come avere la sensazione di essere felice o triste senza un apparente motivo. Siamo collegati al dolore e alla gioia di qualcun altro.
Ho letto diverse recensioni dopo aver visto il film, molte delle quali negative e critiche… io invece lo reputo carismatico e geniale. Questi 3 elementi non fanno che rispecchiare il nostro stato d’animo di fronte ad un dolore. Lo viviamo, lo subiamo, gli permettiamo di logorarci e continuiamo a lamentarci se qualcosa non va. Ma poi non abbiamo forza, coraggio, voglia di reagire e di mettere a posto ogni tassello della nostra vita. Questo vuole insegnarci a reagire, cogliere la bellezza di tutta la vita in se, a godere davvero del tempo come bene prezioso che non torna, a lasciarsi invadere corpo e anima dall’amore presente in qualsiasi cosa in questo mondo, ad accettare la morte e per questo motivo a rendere ogni giorno bellissimo nella sua semplicità, nel suo essere un dono. Aprirsi alla bellezza collateralesignifica accogliere il vissuto senza analizzarne l’esperienza chinandosi con umiltà davanti alla vita, abbandonandosi a qualcosa di più grande di noi stessi. Vuol dire aprire una porta all’equilibrio interiore, espandendo la coscienza e amplificando i sensi; toccando il cuore a tal punto di farci, paradossalmente, sorridere mentre scorrono le lacrime calde e silenti che purificano piuttosto che cadere nei silenzi di tomba o nelle gride viscerali che nutrono la disperazione.
Solo chi rimane ricettivo è in grado di aprirsi alle connessioni inspiegabili che appaiono dopo un evento sconvolgente: come segni intimi e personali che solo noi siamo in grado di interpretare e comprendere; segni che portano conforto come freschezza rigenerativa e che danno sollievo alle ferite profonde e dolorose.
Il mondo va avanti, la vita va avanti , tanto forte, bella e complicata, quanto debole ed effimera, per cui vivere il mondo con più serenità, prima che il tempo, la fretta e la routine ci inghiottano in quel tunnel di rabbia diventa un’importante e immediata necessità da mettere in pratica.
Aprirsi al panorama circostante togliendo lo sguardo da quella visione egocentrica che limita la prospettiva e che ci fa vedere solamente una porzione limitata della realtà con la quale entriamo in relazione, è fondamentale, ci permette di restituire equilibrio alla nostra vita. Soprattutto nei momenti difficili quando tendiamo a vedere solo quello che ci angustia. Riflettere sulla nostra vita e sulle esperienze, reagire in modo diverso di fronte le avversità, aumentando l’ampiezza di visione cercando di vedere le cose da altri punti di vista, è questo in definitiva il senso di credere nella bellezza collaterale !
Perché, continuare a funzionare per automatismo, pur rendendoci più veloci ma allo stesso tempo più chiusi è una condizione che andrebbe scardinata completamente dalle nostre vite.
(Introduzione - Collateral Beauty a cura di Nicola Nucera Direttore dell'Ente)